Due note di presentazione di Riccardo Zerbetto

 

Devo a mio suocero Mario Burroni, tra i primi a scommettere su Principina a mare, e a mia moglie Maria Grazia, aver conosciuto questi luoghi. Prima distrattamente, poi, venendone gradualmente assorbito, come da una fascinazione che riconduceva ai primordi del tempo, dove i segni della cultura e dell’insediamento umano si diluiscono fino a perdersi nella vastità spietata e assorta dei paesaggi incontaminati.

 

Lontani dalle radio e dai colori, pur belli, degli ombrelloni, è dato perdersi nei suoni eterni del vento e della risacca, in colori tenui sui quali dilaga e gioca l’interminabile danza della luce.

 

I tronchi … come dire delle storie a cui alludono le radici divelte, le superfici levigate dal lavoro quotidiano degli elementi, le nervature che ne rivelano il tessuto profondo, le forme fissate in uno spasimo di vita-e-morte. Mi trovo a volte a riconoscerli, anno dopo anno, a salutarli quasi (e senza quasi), a rallegrarmi che nessuno li abbia asportati dal luogo che ne ospita la memoria e la maestosa-dimessa presenza. Quasi epifania.

 

Con questi luoghi, e con le presenze che li abitano, si è intessuta in questi anni una fitta trama di pensieri sparsi, di evocazioni, di rimandi a tempi altri forse neppure vissuti ma di cui siamo partecipi per il fatto stesso di essere a questo mondo.

 

Ne sono nati talvolta brevi versi poi configuratisi in forma di haiku - quelle composizioni in stile giapponese composte da tre versi di 5-7-5 consonanti – o immagini catturate da una pellicola fotografica. Diapositive prima, poi, ormai da anni, foto catturate con macchinette monouso  . Un ripiego, all’inizio, dal momento che la salsedine e la sabbia mettevano spesso fuori uso l’apparecchio fotografico. Scelta elettiva, poi, nell’intento di promuovere iniziative di affinamento al gusto dell’immagine nelle scuole dove la sensibilità avesse maggior peso dello strumento tecnico.

 

Quale bellezza salverà ilo mondo? Si chiedeva Dostoevskji. Difficile dire. Certo … poter cogliere nella Natura quei messaggi che parlano così intimamente all’animo forse è l’unico modo per preservarla nella sua sovrana ed essenziale maestosità.

 

Riccardo Zerbetto è medico psichiatra e psicoterapeuta didatta. Ha lavorato per oltre venti anni in servizi di salute mentale e per le tossicodipendenze. E’ direttore del Centro Studi di Terapia della Gestalt, un orientamento di derivazione analitica che da particolare rilievo ai processi creativi e alla Gestalt Art. Già presidente della European Association for Psychotherapy (EAP) e della Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia (FIAP.) è presidente di Alea-Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a  rischio e coordina la Sezione su Psicoterapia e mito del World Council for Psychotherapy. Ha presentato due mostre fotografiche a Carloforte in Sardegna su temi di Arte Natura di cui è un cultore. Sul tema degli haiku ha pubblicato una raccolta su Poesia Breve "Carteggio" a cura di Franco Manescalchi e Liliana Ugolini, Edizioni Polistampa

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